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Conai TUTTI IN REGOLA prorogata al 31 marzo 2017

Il prossimo 31 marzo scade la possibilità per le micro e piccole imprese importatrici di merci imballate e/o operanti la selezione/riparazione di pallet in legno di avvalersi della procedura di regolarizzazione agevolata: le guide.
 

La campagna TUTTI IN REGOLA, scaduta il 31 dicembre 2016, che CONAI aveva riservato alle micro e piccole imprese importatrici di merci imballate e/o operanti la selezione/riparazione di pallet in legno, costituiva una particolare formula incentivante per la regolarizzazione di alcuni obblighi consortili: mancata iscrizione al CONAI; omessa applicazione, dichiarazione e versamento del Contributo Ambientale.

 

Il Consiglio di Amministrazione Conai, ha deliberato la proroga dell’iniziativa fino al 31 marzo 2017 in considerazione dello straordinario interesse da parte delle aziende che, anche oltre la scadenza del 31 dicembre 2016, hanno continuato ad inviare le richieste di regolarizzazione.

Il Conai conferma le agevolazioni previste, la possibilità cioè di regolarizzare la propria posizione contributiva, versando al Consorzio il contributo ambientale dovuto a partire dal 1° gennaio 2013 (anziché i dieci anni pregressi) senza interessi di mora e senza applicazione delle sanzioni previste dal regolamento Conai, salvo che l’impresa sia sottoposta a controlli già in corso o avviati prima della richiesta di trattamento agevolato. Non sarà invece più consentita la rateizzazione delle somme dovute.

 

Le imprese interessate potranno presentare il modello di richiesta di regolarizzazione agevolata entro e non oltre il 31 marzo 2017, mentre le relative dichiarazioni del Contributo ambientale dovranno essere inviate a Conai nei trenta giorni successivi all’invio della richiesta.
Le stesse condizioni sono applicabili alle aziende che hanno già adempiuto a tali obblighi, ma oltre il termine del 31.12.2016.

 

Per le aziende con un periodo pregresso da regolarizzare (2007 – 2016) costantemente sotto la soglia annuale di esenzione, Conai informa che è inutile ricorrere alla procedura “Tutti in Regola”, non essendovi somme da versare al Consorzio a titolo di contributo per l’intero periodo pregresso.

 

Alleghiamo le Guide TUTTI IN REGOLA – 2017 che Conai ha redatto per aiutare le imprese ad orientarsi negli adempimenti da espletare.

 

Interpreta©

 

 

Conai Tutti in Regola – Intro (pdf)

 

Conai Tutti in Regola – Merci imballate(pdf)

 

Conai Tutti in Regola – Pallet (pdf)

 

 

Leggi anche: Conai: TUTTI IN REGOLA

 

Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

 

 

Fonte: puntosicuro.it

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Le proposte in materia di sicurezza: semplificare la normativa

Un disegno di legge propone di ridurre il Testo Unico da 306 a 22 articoli con l’obiettivo di un miglioramento sostanziale della salute e sicurezza. Ne parliamo con uno dei firmatari della proposta, il senatore ed ex ministro Maurizio Sacconi.
 

Proposte che, come abbiamo già indicato in un precedente articolo, spesso difficilmente arrivano a completare l’iter e a diventare leggi vigenti, ma che ci permettono di raccontare un clima, una tendenza, un orientamento da parte di coloro che hanno il compito in Parlamento di elaborare e approvare nuove norme. Orientamento, tendenze e direzioni che spesso sono tra loro molto contrastanti e che raccontano, probabilmente, la difficoltà di affrontare la tematica della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro da punti di vista condivisi da più gruppi e forze parlamentari.

 

Ed infatti dopo aver presentato attraverso un’ intervista al senatore Giovanni Barozzino, un disegno di legge per l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro e del reato di lesioni personali sul lavoro gravi o gravissime, torniamo oggi a presentare una nuova intervista relativa ad un disegno di legge che esprime un’altra tendenza, un diverso orientamento.

 

Stiamo parlando di un disdegno di legge tendente al riordino e alla semplificazione del D.Lgs. 81/2008, a firma dei senatori Maurizio Sacconi, Serenella Fucksia e Johann Karl Berger; una semplificazione estrema che porterebbe la normativa in materia di salute e sicurezza del Testo Unico dagli attuali 306 articoli e 51 allegati a 22 articoli e 5 allegati.

Una proposta che, come abbiamo già raccontato in un precedente articolo, prevede la possibilità per “medici del lavoro o altri professionisti esperti in materia di sicurezza sul lavoro”, di verificare l’avvenuto adempimento in azienda degli obblighi in materia di salute e sicurezza e certificare, sotto la propria responsabilità, la correttezza delle misure di prevenzione e protezione adottate dalla singola azienda.

 

E non bisogna dimenticare anche le modifiche, contenute nel disegno di legge, relative alla responsabilità del datore di lavoro. Secondo i proponenti la colpa in materia di salute e sicurezza è “colpa di organizzazione” con la conseguenza che ‘essa viene meno ove l’imprenditore dimostri di aver provveduto ad organizzare la sua azienda in modo corretto e attento rispetto alle esigenze di tutela dei propri lavoratori’ (come riportato nella presentazione del disegno di legge).

 

Rimandando al precedente articolo di PuntoSicuro sul tema, l’approfondimento nel dettaglio di quanto indicato nel disegno di legge, proponiamo oggi una breve intervista al senatore Maurizio Sacconi, presidente della 11ª Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale) del Senato della Repubblica e, come ricorderanno i nostri lettori, Ministro del Lavoro dal 2008 al 2011.

 

Le domande non solo vogliono comprendere come si è arrivati al disegno di legge, ma vogliono capire cosa cambierebbe e quali obiettivi ci si pone con questa proposta “estrema”. Una proposta che, come indica nell’intervista il senatore, ha “lo scopo di aprire una discussione tecnica, culturale, politica sui modi con cui rendere ogni ambiente di lavoro più sicuro”.

 

Abbiamo anche cercato di fare alcune domande – non a tutte è stata data risposta – per riflettere su qualche aspetto più critico della proposta, ad esempio in relazione alla garanzia dell’autonomia dei certificatori.

 

Infine non potevamo non chiedere al senatore di raccontarci qualche aspetto della sua esperienza di presidente della Commissione Lavoro, specialmente in relazione alla permeabilità della Commissione ai temi della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

 

Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto

 

Cerchiamo di comprendere come si è arrivati al disegno di legge, di cui lei è il primo firmatario, relativo al riordino e alla semplificazione del Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Al di là dei contenuti che approfondirei più avanti, perché avete sentito l’esigenza di sfrondare così ampiamente il D. Lgs. 81/2008, un Testo Unico che malgrado tutto ha contribuito ad una diminuzione sensibile, dal 2008 ad oggi, degli infortuni?

 

Maurizio Sacconi: “Come ha ben spiegato nei giorni scorsi una titolare di bad and breakfast al Corriere, la attuale regolazione è sostanzialmente a taglia unica e tarata sulla fabbrica pesante. Prevalgono gli adempimenti formali, sostenuti da sanzioni significative, che per molte piccole imprese, specie del terziario, sono sproporzionati. In generale, oltre una certa soglia, il formalismo rischia di allontanare l’imprenditore da un approccio sostanzialista alla sicurezza”.

 

Ci racconti quali ritiene siano i punti determinanti della vostra proposta e quali i vantaggi rispetto alla situazione attuale…

 

M.S.: “La proposta ha lo scopo di promuovere nei luoghi di lavoro una attenzione olistica alla salute del lavoratore attraverso una sorveglianza sanitaria che partecipi della attività di prevenzione del servizio sanitario nazionale. Dal lato dell’impresa ne distingue dimensione e caratteristiche sollecitando, anche attraverso criteri di bonus malus nella definizione premio INAIL, scelte imprenditoriali rivolte alla qualità totale dell’impresa e all’impiego delle tecnologie più evolute anche ai fini della sicurezza”.

 

Un testo come quello del vostro disegno di legge non rischia di scontrarsi con le attuali direttive europee da recepire, con il rischio di nuove messe in mora?

 

M.S.: “Assolutamente no. Il modello di riferimento assunto è la regolazione vigente in Svezia, paese dell’Unione”.

 

Uno degli aspetti rilevanti del disegno di legge è la possibilità del supporto di medici del lavoro o di altri professionisti esperti per verificare l’avvenuto adempimento in azienda degli obblighi in materia di salute e sicurezza rilasciando una apposita “certificazione” avente valore legale di presunzione rispetto agli obblighi di legge. Per questa importante certificazione è garantito un sufficiente grado di autonomia dei certificatori rispetto alle aziende da certificare?

 

M.S.: “I certificatori appartengono a professioni ordinistiche o sono figure di comprovata esperienza che dovranno registrarsi presso il Ministero del lavoro. La loro terzietà è comunque sostenuta da un impianto sanzionatorio adeguato a prevenire ogni comportamento doloso o anche gravemente colposo”.

 

Sicuramente il tema della semplificazione e razionalizzazione della normativa in materia di salute e sicurezza è correlato anche alle specificità della struttura produttiva italiana che è fatta in gran parte di piccole e medie aziende e non solo da grandi aziende ben strutturate organizzativamente. Il vostro disegno di legge tiene conto delle differenti realtà aziendali?

 

M.S.: “Sì, come ho detto, è un criterio fondamentale. Basti pensare agli studi professionali che sono spesso paragonabili ad abitazioni o sono addirittura contemporaneamente “casa e bottega”.

 

Quale sarà l’iter del vostro disegno di legge? Quanto tempo passerà prima che sia discusso in Commissione o in Senato?

 

M.S.: “Premesso che siamo prossimi alla conclusione della legislatura, il ddl è stato presentato con lo scopo di aprire una discussione tecnica, culturale, politica sui modi con cui rendere ogni ambiente di lavoro più sicuro e contestualmente liberare l’impresa dalla oppressione burocratica quando non necessaria. Solo dopo un adeguato approfondimento di questa ipotesi di lavoro sarà possibile, nella prossima legislatura, avviare l’iter legislativo”.

 

Infine ci può raccontare la sua attuale esperienza di Presidente della 11ª Commissione permanente su Lavoro e previdenza sociale? Sono spesso affrontati dalla Commissione i temi relativi alla salute e sicurezza sul lavoro?

 

M.S.: “La salute e sicurezza sul lavoro è un parametro immanente nella legislazione lavoristica. Basti pensare alle complessità che derivano dalla crescente diffusione del lavoro agile. Non si tratta di un segmento del mercato del lavoro ma del cambiamento diffuso di tutti i lavori con l’impiego delle nuove tecnologie digitali ed il progressivo ridimensionamento della postazione fissa e dell’orario. Il Testo unico riunisce la pesante regolazione che si è via via sedimentata nel contesto della seconda rivoluzione industriale della quale ora vengono meno i presupposti della grande fabbrica e della produzione seriale. La mia esperienza mi induce a ritenere che dovremo sempre più ridimensionare la fonte legislativa perché rigida in favore della più duttile normazione secondaria, soprattutto tecnica, e della ancor più duttile contrattazione in particolare nella dimensione aziendale. Tutto ciò anche in materia di salute e sicurezza”.

 

 

 

Senato della Repubblica, Disegno di legge n. 2489 d’iniziativa dei Sen. Maurizio Sacconi, Serenella Fucksia e Johann Karl Berger, “ Disposizioni per il miglioramento sostanziale della salute e sicurezza dei lavoratori” (formato PDF, 1.14 MB).

 

 

Altri articoli di PuntoSicuro su recenti proposte e disegni di legge in materia di sicurezza:

– Le proposte in materia di sicurezza: il reato di omicidio sul lavoro;

– Un disegno di legge per ridisegnare la normativa sulla sicurezza;

– Un disegno di legge per introdurre il reato di omicidio sul lavoro

 

Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

 

Fonte: puntosicuro.it