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Valutare lo stress lavoro-correlato nel settore manifatturiero

Disponibile una scheda della Regione Lombardia per la valutazione del rischio stress lavoro correlato e dei rischi psicosociali nel settore manifatturiero: fattori di rischio e misure di prevenzione.
Milano, 04 Ago – La Regione Lombardia, in collaborazione con INAIL e nell’ambito del progetto CCM 2013 del Ministero della Salute, ha prodotto alcune schede sul tema dello Stress lavoro-correlato e dei rischi psico-sociali in nove diversi settori di attività.

Dopo aver presentato le schede per la Grande Distribuzione Organizzata e per il settore telecomunicazioni, riportiamo oggi la scheda dedicata alle attività manifatturiere.

Segnaliamo che i testi sono stati realizzati da operatori della U.O. Medicina del Lavoro, A.O  San Gerardo di Monza.

 

 

STRESS LAVORO-CORRELATO E RISCHI PSICOSOCIALI – SETTORE AZIENDE MANIFATTURIERE

 

Il settore manifatturiero comprende l’insieme di tutte le attività relative alla produzione di beni/manufatti a partire da materie prime e/o semilavorati. Sulla base del Rapporto Annuale 2013 dell’ISTAT la popolazione lavorativa del settore manifatturiero industriale è di circa 6 milioni 300 mila occupati di cui 20,6 % di genere femminile.

Tale attività comporta l’utilizzo di attrezzature e macchine specifiche per le varie attività (metalmeccanico, legno, chimica, plastica, edilizia, ecc.). In particolare l’introduzione progressiva di nuove macchine e/o tecnologie ha determinato dei cambiamenti nei modelli integrati del lavoro umano ed in particolare nell’ organizzazione del lavoro, sempre più improntata sulla ricerca della qualità, che hanno prodotto profonde modificazioni nelle attività lavorative, con impatto sua sulle condizioni di lavoro che sui livelli di salute e sicurezza dei lavoratori.

Si riporta di seguito una serie di fattori di rischio organizzativo potenzialmente presenti in questo settore indicando, per ognuno di essi, alcune misure correttive di carattere generale utili alla prevenzione e/o riduzione del rischio da stress lavoro-correlato.

 

CONTENUTO DEL LAVORO
FATTORI DI RISCHIO SLC MISURE DI PREVENZIONE e/o GESTIONE DEL RISCHIO
Non adeguato controllo dei rischi fisici, chimici, biologici ed ergonomici legati alle tecnologie in uso sulla base della valutazione aziendale dei rischi – Messa in atto di adeguate misure tecniche, organizzative e procedurali sulla base delle risultanze della valutazione dei rischi aziendali
Attività monotone e ripetitive, processi di lavoro a cicli brevi(lavori in catena di montaggio, lavori di assemblaggio, lavori nell’industria alimentare, ecc.) Con necessità di adeguarsi ad alcune procedure (procedure di qualità, auto-valutazione della qualità, soluzione autonoma di problemi imprevisti, necessità di apprendere velocemente nuove nozioni) – Riprogettare il lavoro e l’ambiente di lavoro secondo criteri ergonomici;

– Stabilire programmi di lavoro flessibili con sufficienti periodi di recupero;

– Costituire squadre di lavoro affiatate, valutando esperienza, capacita e attitudini dei lavoratori

Adattamento difficoltoso dei lavoratori alle innovazioni tecnologiche ed organizzative ed alle tecnologie industriali digitali nei processi manifatturieri(“Industria 4.0”, “Smart Industry” o “Advanced Manufacturing”)  – Attivare adeguati percorsi formativi e di apprendimento all’uso delle nuove tecnologie, finalizzati a potenziare le capacità dei lavoratori,con particolare attenzione ad alcune categorie dilavoratori (anziani, disabili, ecc.);

– Definire profili di rischio specifici in relazione alle pratiche d’uso delle nuove tecnologie inriferimento ai livelli organizzativi (operatori, quadri,middle-management, ecc) ed alle differenze digenere, età e provenienza culturale;

– Procedere a definire la policy aziendalerelativa all’assegnazione dei device mobili ed al loro corretto uso

Elevato ritmo di lavoro e pressione lavorativa, legati alle scadenze, pause brevi e/o poco frequenti, elevato caricodi lavoro  – Ridistribuire le risorse umane in relazioneall’andamento dei volumi di attività;

– Monitorare frequentemente il carico di lavoro, lespecifiche mansioni assegnate ed i turni stabiliti;

– Inserire pause adeguate attive e/o passive (perdurata e frequenza) durante il turno di lavoro;

– Prevedere adeguata formazione e addestramento al fine di garantire ai lavoratori idonee competenze e conoscenze

Lavoro su turni (compresa turnazione notturna), orari prolungati e protratti, lavoro straordinarioinadeguatagestione  – Programmare mensilmente il calendario dei turni, se possibile con la consultazione dei lavoratori ; Predisporre una turnazione in ritardo di fase (mattina – pomeriggio – notte); .

– Pianificare lo schema di turnazione/la rotazione oraria dei turni tenendo conto delle condizioni di lavoro e della tipologia dei compiti; .

– Limitare il ricorso al lavoro straordinario(compatibilmente con le necessità organizzative con eventuali emergenze)

Elevato grado di attenzione e concentrazione richiesto dalle attività svolte (es. sale di controllo impianti chimici o termici, lavori ad alta precisione) – Favorire un’equa distribuzione dei carichi di lavoro fra gli operatori con criteri trasparenti e condivisi;

– Nell’ambito della sorveglianza sanitaria prevedere accertamenti mirati per gli operatori con esiti di patologie neuropsichiche/cerebrovascolari volti a monitorare le capacità cognitive (memoria, attenzione, concentrazione, tempi di reazione)

 

CONTESTO LAVORATIVO
FATTORI DI RISCHIO SLC MISURE DI PREVENZIONE e/o GESTIONE DEL RISCHIO
Difficile interfaccia casa-lavoro, determinata dal lavoro a turni, soprattutto in relazione alla turnazione notturna – Potenziare il sistema di welfare aziendale(es. asilo nido aziendale e/o convenzioni con asili nido in zone limitrofe alla sede di lavoro, centro ricreativo, per i figli dei lavoratori, che organizzi attività soprattutto nel periodo estivo e/o durante le vacanze natalizie, servizio di dopo scuola);

– Programmare mensilmente il calendario dei turni, se possibile con la consultazione dei lavoratori;

– Limitare il ricorso al lavoro straordinario,compatibilmente con le necessità organizzative e/oeventuali emergenze

Scarsa discrezionalità su ritmo e carico di lavoro da parte del lavoratore, scarsa autonomia decisionale Introdurre, dove possibile, sistemi dipianificazione/ gestione autonoma del lavoro da parte dei lavoratori
Scarse prospettive di carriera Introdurre sistemi premianti in relazione alraggiungimento di obiettivi
Scarso coinvolgimento dei lavoratori e scarso senso di appartenenza all’organizzazione  – Garantire la presenza di un sistema di comunicazione aziendale

 – Ascoltare i suggerimenti e le propostefornite dai lavoratori e programmare momenti di comunicazione dell’azienda a tutto il personale

 – Favorire il dialogo fra lavoratori e/o RLS e il sistema di sicurezza interna (RSPP e/o Medico Competente), in particolare in relazione a suggerimenti e criticità circa le postazioni di lavoro, le attrezzature, le modalità di lavoro, ecc;

– Prevedere periodici incontri all’interno dei vari reparti

 

 

Regione Lombardia, “ Stress lavoro-correlato e rischi psicosociali. Settore aziende manifatturiere”, scheda realizzata nell’ambito del progetto CCM 2013 in collaborazione con INAIL, Dipartimento di Medicina, Epidemiologia,Igiene del Lavoro e Ambientale (DiMEILA), testi a cura di Simona Boneschi, Veronica Viganò, Raffaele Latocca. U.O. Medicina del Lavoro, AO San Gerardo Monza (formato PDF, 130 kB)

 

 

 

 

Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

 

Fonte: puntosicuro.it